Cosa influenza la scorrevolezza di un testo scritto? In molti, a questa domanda, risponderebbero con lo stile di scrittura dell’autore del testo stesso, l’uso dei tempi verbali, la scelta della voce narrante o altre cose sempre inerenti al contenuto di ciò che è scritto. Ma se vi dicessimo che anche l’occhio vuole la sua parte?
No, non è solo un modo di dire, specialmente in editoria. Il carattere scelto, infatti, può influenzare notevolmente il grado di scorrevolezza di un testo. E il tono con cui lo stesso viene letto. Ma non solo. I caratteri usati per un testo possono anche permettere o precludere l’accesso al contenuto del testo stesso.
È questo il caso di alcuni tipi di caratteri tipografici che facilitano la lettura alle persone con bisogni speciali. Come, ad esempio, alcuni font che facilitano la lettura ai dislessici. Come? Rendendo ogni lettera facilmente distinguibile dalle altre, rendendo più difficile confonderle tra di loro.
I caratteri tipografici (o font) che utilizziamo sono frutto di secoli e secoli di evoluzione. Ad esempio, il carattere di tipo corsivo (quello che vuole imitare l’andamento della scrittura a mano, per intenderci) è stato introdotto per la prima volta nella stampa in Europa da Aldo Manuzio, famoso editore, grammatico e umanista italiano. Operò a Venezia a cavallo tra il XV e il XVI secolo, Manuzio è noto soprattutto per la sua marca tipografica rappresentate un delfino attorcigliato attorno a un’ancora.
I caratteri tipografici sono divisi in due grandi famiglie principali: serif e sans-serif. La differenza tra le due categorie è che i font serif presentano le famose “grazie” (quei tratti alle estremità dei caratteri), quelli sans-serif non li hanno risultando, così, più lineari. Un esempio di font serif è il Times New Roman, mentre un carattere sans-serif è l’Arial.
Nella scelta del tipo di carattere tipografico giocano un ruolo fondamentale diversi fattori: sia psicologici sia culturali. Infatti, è importante scegliere il font più adatto al target di lettori a cui ci rivolgiamo, ma anche le abitudini sociali sono da tenere in considerazione. Un font è considerato più o meno gradevole anche a seconda del contesto in cui ci troviamo.
Infine, non bisogna dimenticarsi del tipo di supporto su cui verrà riportato il nostro testo. La lettura a schermo risulta più efficace con i caratteri sans-serif. Al contrario, un testo stampato risulta più piacevole se redatto in un font di tipo serif, specialmente se molto lungo.